Ieri pomeriggio la Giunta esecutiva dell’associazione magistrati tributari (Amt), rappresentata dalla presidente Daniela Gobbi, ha incontrato il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria per illustrare il documento diffuso in relazione all’azione di astensione dalle udienza proclamata dai giudici tributari dal 18 al 20 marzo.
Le ragioni a supporto della protesta
Le ragioni a sostegno dell’azione di protesta possono riassumersi in tre punti. C’è la richiesta di apertura della procedura di transito nel nuovo ruolo dei magistrati tributari a favore dei giudici attualmente in servizio, previa valutazione della professionalità acquisita. Ne va – dice la presidente Gobbi – della difesa della giurisdizione tributaria come esercitata finora. Gli attuali giudici tributari, che tra l’altro dovranno svolgere la funzione di tutoraggio nei confronti dei magistrati vincitori di concorso, non possono essere considerati giudici “minori”, visto che a loro – continua Gobbi – è stata affidata finora la giurisdizione tributaria che si pronuncia su tributi statali, locali e anche comunitari, come l’Iva. Il transito, secondo Gobbi, potrà essere subordinato a requisiti su cui si potrà aprire il confronto.
Nell’incontro di ieri si è fatto riferimento, ed è il secondo punto alla base della protesta, anche al tema della revisione della geografia giudiziaria che deve tener conto, non solo dell’eventuale risparmio di spesa conseguente la chiusura delle sedi ma soprattutto della garanzia dell’agevole accesso alla giustizia di prossimità.
Infine, la questione dei compensi: il trattamento economico è inadeguato – ribadisce Amt – rispetto alla funzione. La Giunta ha richiesto un incontro al vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Fonte il Sole 24 ore